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La Cerva di Cerinea
...inseguendo la 'quintessenza'...


La quarta fatica di Eracle fu quella di catturare la cerva di Cerinea e condurla viva da Enoe a Micene. Questo agile animale dal mantello maculato aveva zoccoli di bronzo e auree corna, simili a quelle di un cervo.

Interessante: è femmina ma ha in sè, contemporaneamente, gli attibuti del cucciolo (le macchie sul mantello), e quelli del maschio (le corna sono caratteristica eslusiva dei maschi di cervo!). Inoltre l'oro delle corna aggiunge connotati di regalità, il bronzo degli zoccoli simbolizza l'incorruttibilità dei suoi passi: il metallo dà stabilità ai suoi percorsi e nello stesso tempo la isola dalla completa materialità.

Era sacra ad Artemide che, ancora fanciulla vide cinque cerve, di sconsiderate proporzioni, pascolare sulle rive del fiume tessalico Anauro, ai piedi dei monti Parrasi.

La cerva è spesso associata a divinità femminili, soprattutto rappresenta l'aspetto tenero della fanciulla-donna per i suoi occhi buoni e splendenti, l'aspetto nobile della madre-regina per la sua andatura elegante e flessuosa.

Lanciatasi all'inseguimento, la dea ne catturò quattro, l'una dopo l'altra, con le proprie mani, e le legò al suo carro, la quinta, per volontà di Era,  fuggì oltre il fiume Celadone fino alla collina di Cerinea.

Data appunto la valenza femminile del simbolo è interessante notare come 4 si facciano catturare ( i 4 elementi di cui siamo composti?) e la quinta no; anzi fugge decisamente, è inafferrabile, eppure fa parte delle 5 che la dea Artemide vorrebbe soggiogare.
Chi è questa quinta cerva? Perchè non sarà una divinità, ma un eroe che riuscirà a catturarla? (viene da pensare al settimo giorno della creazione, in cui Dio 'si riposò'...è affidato a noi umani il completamento della creazione, della 'Grande opera'!...non a caso nell'opera alchemica si ricerca la trasformazione del piombo in oro...materiale di cui sono immaginate le corna della cerva in questione.)

Eracle, che non voleva né ferire né uccidere la cerva, la inseguì per un anno intero, spingendosi fino in Istria e nella terra degli Iperborei.

La terra degli Iperborei (iper=oltre, borea=vento del nord) è un luogo ultradimensionale, immaginato al nord più estremo del pianeta proprio per simbolizzare una sorta di 'non plus ultra'.
Eracle è quindi costretto, in questa prova , a superare la normale dimensione dell'essere, a spingersi cioè nella zona divina, normalmente inaccessibile se non ha chi ha il coraggio di osare, la pazienza di attendere, l'attenzione di osservare.

Esausta, la cerva, si rifugiò sul monte Artemisio, e quando si avvicinò al Ladone (fiume che segnava il confine con l'aldilà), per bere, Eracle tese l'arco e scoccò una freccia che trafisse le gambe anteriori dell'animale, passando tra l'osso e il tendine, senza fare sgorgare una goccia di sangue.

E' una freccia quasi inoffensiva, un colpo non cruento, un mirare a immobilizzare la volatilità dell'elemento eterico ( 'fissare il volatile', nella terminologia degli alchimisti), un rispetto profondo per il mistero da parte di un vero ricercatore della'quintessenza'!
Alcuni narrano che l'eroe si sia gettato lui stesso nel fiume per catturarla; sarebbe cioè giunto proprio al limitare tra un mondo e un altro, immerso nella corrente che separa, ma unisce, le due sponde dell'umano e ultraumano.

Poi, gettatasi la cerva sulle spalle, si diresse verso Micene attraversando l'Arcadia.

Eracle ha ora un suo modo regale di porsi (pelle del leone), sa mirare perfettamente (le sue frecce hanno il potere dell'idra e sanno eliminanare inderogabilmente gli elementi nocivi ma immobilizzano  senza violenza ciò che deve essere conquistato), ha dominato con rispetto il suo corpo fisico (il cinghiale), ora ha in sè una quintessenza spirituale da iniziato: è giunto al limite del divino; non ha ancora attraversato il fiume, non ha raggiunto l'altra sponda, ma sa che c'è, l'ha vista.

MEDITAZIONE CON I COLORI
I due blu, i due rossi, i due gialli. Li lascio scorrere a piacimento, come nastri che si svolgono e riavvolgono a piacimento, inseguendo il mio 'quid'. Incontrandosi formeranno altri colori. Da qualche parte intuisco 'l'altra sponda'; le dò il colore che sento più appropriato.

Patrizia Favorini

La cerva di Cerinea La cerva di Cerinea La cerva di Cerinea La cerva di Cerinea
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