La fiaba inizia presentando una situazione antica quanto il mondo: la duplice immagine (poi ne vedremo una terza, speciale!) che ognuno di noi ha avuto della madre, infatti il primo personaggio che compare “era la madre di due figlie, ma di una, era ‘matrigna’”.
Anche per le sue figlie siamo nell’ambito della doppia valenza ma loro impersonano completamente una la luminosità e l’altra l'oscurità.
La ‘brava ‘… “doveva sedere ogni giorno accanto a una fontana, sulla strada maestra e filare finché le sprizzava il sangue dalle dita…” ‘doveva’, aveva un compito e lo eseguiva umilmente ma, un dato rilevante… era sulla ‘strada maestra’!
Già intuiamo qui che non si tratta di un semplice lavoro domestico. La giovane sta seguendo un percorso di vita importante, fondamentale per lei.Questa misteriosa fontana, fonte di vita… come mai stava proprio su una strada? E perché doveva filare proprio lì?
Filare, filare…questa attività tipica del mondo femminile la troviamo spesso nei racconti mitologici:
- Arianna, immagine dell' anima, tiene il filo perché l’eroe non perda il contatto con la sua vera natura;
- Penelope tesse e disfa la tela, come seguendo il respiro; anche lei è l'anima, partecipe con il cuore seppur materialmente lontana dall'eroe;
- Rosaspina, simbolo del nostro sonno, dovuto ad un contatto sbagliato con gli strumenti della tessitura…
Ma cosa c'è di così simbolico nell’arcolaio, nel fuso e nella conocchia? L’arte del tessere rappresenta molto bene il potere creativo femminile. La donna tesse non solo per realizzare abiti, coperte, tende…
Tesse rivestimenti speciali: il corpo del bambino! Un corpicino che dovrà ospitare un'entità spirituale pronta ad affrontare l'eroico viaggio dell'incarnazione.
Ha un compito speciale che ricorda il dono che Dio fece ai nostri progenitori quando, uscendo dall’Eden iniziarono la loro esperienza sulla terra: coprì la loro nudità (erano esseri spirituali al momento!) con le ‘pelli’ ; fornì loro un corpo fisico, uno strumento prezioso per fare esperienza nel denso strato di materia che stava per accoglierli; uno strumento utile ma…’azionato' a tempo…
Le Parche romane, o Moire greche, sono tre divinità femminili, anch’esse adibite ad una speciale tessitura: una arrotola i fili della vita, la seconda tesse i destini e la terza, quando è il momento, taglia il filo di chi ha concluso la sua esperienza terrena.
Per la fanciulla della fiaba non è giunta l'ora sul piano fisico ma, come vedremo, è una veste speciale quella che sta tessendo e le sue piccole mani già stanno offrendo il loro sangue in nome del lavoro… Il dono del sangue ‘succo molto peculiare’, veicolo dell’IO.
“Un giorno che la conocchia era tutta insanguinata, ella si chinò sulla fonte per lavarla; ma la conocchia le sfuggì di mano e le cadde in acqua. Piangendo corse dalla matrigna e le raccontò la disgrazia, ma quella la rimproverò aspramente e le disse con durezza: - Se hai lasciato cadere la conocchia, va' a ripescarla! Allora la fanciulla ritornò alla fontana e non sapeva che fare, così, nell'affanno, ci saltò dentro... “
Ci saltò dentro! …forse non era una fontana comune, magari era un pozzo o comunque un passaggio misterioso…un portale?
Qui avviene un capovolgimento della storia, della fanciulla, della sua vita…
Possibile morte, grande cambiamento, nuova nascita? O sogno? E se si trattasse di sogno, quale era davvero la realtà, quella di prima o questa?
“Quando ritornò in sé , si trovò in un bel prato dove splendeva il sole e c'erano fiori a migliaia…”
Ritornò in sé…parole importanti! Quando davvero siamo in grado di tornare a noi stessi? Quando ci accorgiamo che ciò che fino a quel momento sembrava reale non è la verità?
Quando ritorniamo in noi!
Quando gli occhi si aprono e il mondo di bellezza intorno a noi appare in tutto il suo splendore.
La ragazza entra in un mondo vivido, in cui tutto parla e che lei è in grado di ascoltare. Non solo, è del tutto naturale che lei faccia parte di quel mondo, che contribuisca al buon andamento di tutto, in armonia con le cose:
“…giunse a un forno pieno di pane; ma il pane gridò: - Ah, tirami fuori, tirami fuori, altrimenti brucio! Sono cotto da un pezzo! Allora ella si accostò e tirò fuori i pani...”
…e con le piante
“ …giunse a un albero carico di mele che le gridò: - Ah, scuotimi, scuotimi! noi mele siamo tutte mature!" Ella scosse l'albero e cadde una pioggia di mele…”
Ma cerchiamo di decodificare la fiaba anche cogliendo il valore simbolico di questi elementi: siamo in una dimensione in cui tutto è vivo, e soprattutto in cui viene offerta grandissima abbondanza di nutrimento. Forno e albero sono poi perfetti rappresentanti di valori femminili l’uno e maschili l'altro; non solo, andando ancor più in profondità possiamo vedere nel forno l’athanor dell’alchimista, in perfetta analogia con il lavoro ALCHEMICO che svolgeva la ragazza nel mondo di là. Lei lavorava con la conocchia, piena di un ammasso di fibre tessili grezze che le sue mani attente hanno perfettamente raffinato. Il suo lavoro di creazione del filo è, ad un livello superiore, LAVORO SU DI SÉ, TRASFORMAZIONE DEL PIOMBO IN ORO ...
Lavoro molto ben svolto. Possiamo pensare che ciò che nel mondo di tutti i giorni, quello della REALTÀ, appare un tessuto di canapa, o di lino…se fatto in PRESENZA, possa contribuire a creare davvero un abito d'oro, visibile solo nel mondo della VERITÀ , una veste di Luce che non tutti possono vedere…
Pensiamo a Mosè che, scendendo dal Sinai, doveva coprirsi il capo per la luce che lo pervadeva, o alla Trasfigurazione di Gesù, o comunque alle aureole che da sempre dipingiamo intorno ai santi.
Il viaggio di questa fanciulla è un percorso iniziatico.
Prendiamo in esame l'albero. È così pieno di frutti, generoso! Ricordiamo i due alberi del Paradiso: da quello della conoscenza del bene e del male abbiamo colto un solo frutto e i suoi effetti li stiamo ancora subendo… l’Albero della Vita però ci era precluso…invece, in questo mondo vivo in cui si è catapultata la protagonista della fiaba, sembra essere a disposizione! Ed è carico di frutti. Il percorso della ragazza continua:
…”arrivò a una casetta da cui spiava una vecchia con dei denti così lunghi che ella s'impaurì e voleva fuggire. Ma la vecchia le gridò: - Non aver paura, cara bambina, resta con me; se sbrigherai per bene tutte le faccende di casa, ti troverai contenta. Devi soltanto badare a rifarmi bene il letto e a sprimacciarlo con cura di modo che le piume volino. Allora sulla terra nevicherà. Io sono Madama Holle."
Frau Holle è una fata della natura, che sovrintende alla nutrizione, che governa benevolmente anche i fenomeni atmosferici, una madre speciale, forse proprio MADRE TERRA! Inizialmente spaventa per i suoi denti lunghi, tradizionalmente simbolo di teschio, quindi di morte…ma di quale morte sta parlando la fiaba? Una MORTE INIZIATICA, senza dubbio. La fanciulla è andata VERSO L’ALTRA SPONDA, come viene detto nello zen.
Ed eccoci al terzo tipo di madre: la madre di tutti, la madre del pianeta, la madre che nutre, severa ma giusta; le altre tipologie possono essere meravigliose ma restano umane se sono espressioni della personalità.
È un onore grandissimo partecipare al lavoro di una simile dea. È anche interessante notare come il lavoro sia ovunque, anche nei piani alti dell'assistenza ed è, salendo nella scala della conoscenza, sempre di maggiore responsabilità! Esistono regole cosmiche: c'è un momento per i fiori e i frutti maturi e un momento per il cambiamento di stagione e… per la neve.
Sarebbe meraviglioso accorgersi che ne facciamo parte. Alla fanciulla della fiaba succede; sta vivendo il RISVEGLIO!
Invia la neve, simbolo di leggerezza e purezza, di festosità per i bambini, che con la delicatezza di piume volanti lei stessa è in grado di elargire nel “mondo di sotto”…
Interessante notare come, sprofondando nel pozzo, invece di essere scesa sia salita. Questo CAPOVOLGIMENTO ricorda il percorso che Dante realizza nella sua Commedia: dal punto più profondo dell'inferno inizia la risalita verso il Purgatorio e oltre.
È anche significativo il tipo di lavoro che la fata/dea chiede alla ragazza: rifare i letti, sprimacciare i cuscini…
È un'attività che si fa al risveglio, quando il sonno è terminato …A cosa ci fa pensare?
Terminato il periodo di contatto con il mondo di sopra giunge il momento di tornare alla vita di sempre, agli affetti terreni… L'ANIMA sa che sulla terra il lavoro non è terminato, ma stavolta vivrà le sue esperienze con un ‘corpo’ in più: viene dotata di un CORPO DI LUCE!
“La prese per mano e la condusse davanti a un grosso portone. Il portone fu aperto e, mentre la fanciulla era là sotto, cadde una gran pioggia d'oro, e l'oro le rimase attaccato e la ricoprì tutta…”
Ed ecco un altro simbolo di RISVEGLIO! Il gallo cantando annuncia il suo ritorno.
Per il seguito della storia spendiamo meno parole… La sorella, perfetta interprete della PERSONALITÀ e non dell’ESSERE vorrebbe fare il suo stesso percorso ma… pur agendo passo passo, addirittura ferendosi e buttandosi nel pozzo, lo fa esteriormente, PER FINTA, diremmo con il linguaggio della nostra infanzia.
Non riesce a provare la gioia di poter aiutare MADRE NATURA e in lei non avviene nessun cambiamento…anzi! Si rende evidente l'oscurità che continua ad abitare dentro.
“ Madama Holle condusse anche lei al portone ma, quando la ragazza fu là sotto, invece dell'oro le rovesciò addosso un gran paiolo di pece."
Le fiabe sanno essere spietate! Per addolcire l'amaro della storia possiamo dire che la seconda sorella… CONTINUA A DORMIRE! Così come può succedere a noi Se seguiamo regole, abitudini anche buone, SENZA PRESENZA…Il primo risultato è che non proviamo gioia, quello finale è che non abbiamo costruito NIENTE, né per noi, né per l'evoluzione dell'umanità e, anzi, ci siamo procurati dolore. Solo se sto in ATTENZIONE entro nel VERO.
Mi sia concesso citare il Maestro dei Maestri:
“ Io sono la vite, voi i tralci…. Non potete fare NIENTE senza di me”
LABORATORIO SU "MADAMA HOLLE"
Mi domando:
✔️Qual è stata finora per me la 'strada maestra'? È cambiata? Quante volte?
✔️La mia ANIMA come Arianna tiene il filo ma io come gestisco il mio gomitolo?
✔️La tela della mia vita la sento crescere o a volte la disfo come Penelope?
✔️Mi capita di pungermi con un fuso come Rosaspina? Cioè incontrare qualcosa che mi fa addormentare? Che cosa?
☑️Faccio spesso qualcosa PER FINTA? Cioè senza metterci nè attenzione nè intensità? (preghiere, elemosina, raccolta differenziata, saluti, auguri, sorrisi formali...)
☑️Usi parole ripetute nel tuo parlare? Es. Diciamo, voglio dire, nella misura in cui, ciaociaociaociao al telefono...
☑️Ho persone con cui tendo ad assumere un ruolo? Es. ossequioso, implorante, vittima, lamentoso, duro...
CREO UN PICCOLISSIMA TRAMA che inizi con una di queste frasi:
📖Ero il/la figlio/a di un re potente...
📖Un mago cattivo fece sparire il mio giocattolo preferito...o il mio bambolotto....
📖Di notte avevo il potere di trasformarmi...
📖C'era un pozzo vicino a casa mia...