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Introduzione
La Foresta
Rosaspina
Cappuccetto
Rosso
Rosa
Rossa
La Bella
e la Bestia
Pelle
d'Asino
Biancaneve
Hansel
e Gretel
Principe
Ranocchio
Madama
Holle
Fratelino
e Sorellina
Mignolina
Pinocchio
I
Pinocchio
II
Pinocchio
III
Pinocchio
IV
Pinocchio
V
Pinocchio
Compendio
lI sei cigni La Regina
delle nevi
Jorinda e
Joringhello
Rapunzel Bianca come il latte,
rossa come il sangue
Vassilissa
la bella
Le Cenerentole Le belle
addormentate
Biancaneve e le scarpe
logorate dal ballo
L'io umano pietrificato e l’anima imprigionata:
una fiaba per evocare leggerezza e libertà.

JORINDA E JORINGHELLO
(fratelli Grimm)
“C'era una volta un vecchio castello nel cuore di una foresta grande e fitta; là abitava, tutta sola, una vecchia strega molto potente.
Di giorno si trasformava in gatto o in civetta, mentre la sera riprendeva l'aspetto umano”.
Già, proprio quello in cui il Creatore si riposa. Perché ora il lavoro di creazione è tutto nostro!
Leggendo superficialmente sembrerebbe che Jorinda e Joringhel siano sfortunati invece, a ben vedere, pare proprio che vadano in cerca di prove esistenziali. Sanno che la foresta è fitta, piena di pericoli; allora perché sono lì? Solo per parlare, per confidarsi? Chissà quali confidenze possono scambiarsi, quale intimità regalarsi prima della grande SEPARAZIONE. Lui dice a lei di stare attenta, di non avvicinarsi troppo al castello… Tutti conoscono le malìe presenti lì, anche loro lo sanno.
"…là abitava, tutta sola, una vecchia strega molto potente.
Di giorno si trasformava in gatto o in civetta, mentre la sera riprendeva l'aspetto umano. Se qualcuno arrivava a cento passi dal castello, era costretto a fermarsi e non poteva più muoversi finché‚ ella non lo liberava.
Ma se una vergine entrava in quel cerchio, la vecchia la trasformava in uccello e la rinchiudeva in una gabbia che metteva in una delle stanze del castello."
 
Si accorgono che sono arrivati vicino alle vecchie mura del castello e si sentono morire. Jorinda canta:
"Il mio uccellino dal rosso anellino, canta lamenti, lamenti, lamenti. Predice alla colomba la morte fra i tormenti; canta lamenti, sì!"
Parole enigmatiche e ricche di pathos. Jorinda sente che una parte di lei sta per trasformarsi in usignolo, un uccellino che sarà catturato: gli verrà messo un laccetto alla zampina? O dobbiamo intendere quell’anellino come un taglio alla gola?

La paura della MORTE, il grande cambiamento, li attanaglia! Lei si rivolge alla colomba, simbolo universale dell'anima, come in uno spasimo di ricerca dell'eternità.
“… Joringhello la guardò: Jorinda si era mutata in un usignolo”
C'è un altro uccello però:
“Una civetta dagli occhi ardenti le volò attorno tre volte, e per tre volte gridò: -Sciù, uh, uh, uh-.”
“… Joringhello non poteva muoversi: era rigido come pietra e non poteva piangere, né parlare, né muovere la mano o il piede. “
Interessante la doppia valenza della CIVETTA a livello simbolico, soprattutto perché appare di giorno pur essendo un animale notturno: la civetta è sacra ad ATHENA, dea della SAGGEZZA, e come lei sa essere fiera e determinata, un rapace quando è necessario. E qui lo è.
La terribile strega, regina della natura, in stretto contatto con le forze animali può essere paragonata a deità antiche, come Circe, Cibele, ma anche a forze telluriche come i DRAGHI. Lei come il BASILISCO, o MEDUSA, ha il potere di pietrificare ma, come la maggior parte di questi esseri terrificanti, è CUSTODE DI UN TESORO.
Dopo aver catturato l’usignolo in cui si è trasformata la fanciulla, la strega torna e, seguendo un qualche trascendente dettame, sa che l’immobilizzazione non deve essere definitiva; quindi, rivolta alla statua che è ormai Joringhel, dice:
"Salute, Zachiele, quando la luna splende nel cerfoglio, sciogli, Zachiele, alla buon'ora."
Ma ZACHIEL è un arcangelo! Il suo nome significa GIUSTIZIA DI DIO. Gli si attribuiscono il pianeta Giove, il colore viola e la pietra ametista. Paradossale, vero? Una strega che invoca un arcangelo. Come saggia dea della natura invoca anche la Luna ma rispettando il momento cosmico favorevole. ‘Dietro il cerfoglio', una pianta dall’aroma così intenso, non nascondibile, che simbolizza la SINCERITÀ.
Joringhel ora può muoversi, ma è solo; la sua AVVENTURA UMANA ha inizio. Dovrà andare in un ‘luogo sconosciuto' (perché? Forse il cambiamento richiede anche questo coraggio?).
Deve LAVORARE SU DI SÉ cercando di ricongiungersi con la sua ANIMA.
Chissà se ne udiva il canto quando, per seguire il suo cammino iniziatico, si fece pastore. Aver cura delle pecore, individui ma gregge, gli avrà insegnato a vedere il singolo come parte di un insieme? Ricevere i doni, latte, lana, gli avrà stimolato gratitudine? Forse in ognuno degli esseri di cui si prendeva cura avrà visto parti sé?
Il suo lavorare si affiancava ad un continuo ritornare, sempre con prudenza, al luogo dove era NASCOSTO IL SUO TESORO.
Durò a lungo la sua attesa ma...
"una notte sognò di trovare un fiore rosso sangue con in mezzo una perla bella grossa. Egli colse il fiore e andò al castello, e tutto ciò che toccava con il fiore si liberava dall'incantesimo"
Il percorso di CRESCITA, AUTOSSERVAZIONE, PAZIENZA, lo ha portato ad uno stadio evolutivo notevole: è entrato in contatto con la parte più profonda di sé!
Il MONDO DI SOTTO, quello che si rivela attraverso i SOGNI, gli ha parlato, ma la cosa notevole è che lui ne ha anche compreso il linguaggio, un po' predittivo, un po' simbolico. Evidentemente il suo tempo di peregrinazioni è ad una svolta. Si mette alla ricerca di questo fiore, elemento poetico ma potentemente magico.
Trova il fiore al nono giorno. Nove. Ci sarebbe da dire molto su questo numero ma consideriamolo solo simbolo della SACRALITÀ DELLA SUA RICERCA, una SECONDA NASCITA!
La perla ‘bella grossa’ del sogno qui nel mondo di sopra, come spesso accade trasferendosi da un piano vibratorio all'altro, appare come RUGIADA, dono prezioso dell'aurora, simbolo che la notte è passata e che una nuova ALBA lo attende. Il fiore c'è, ed è ROSSO SANGUE.
Potrebbe essere lui stesso quel fiore?

Una creatura della terra, un umano che ha saputo nutrire la sua tensione verso l'alto, svegliando la verticalità del suo essere, tanto da renderla uno stelo capace di fiorire, di manifestare la sacralità dell'IO SONO con il suo sangue coscientizzato.Ormai nulla può fermare il COMPLETAMENTO DELL'OPERA ALCHEMICA: il buio è passato, il bianco si è reso trasparente, il rosso è fiorito.
Le porte si aprono; quelle del castello e quelle delle gabbie.
Jorinda è libera e vola tra le braccia dell'amato.
Continuando a leggere tra le righe può emozionarci e commuoverci il capire come anche il RISVEGLIO di solo uno di noi possa portare beneficio a tutti: infatti anche le altre gabbiette si aprono!
Un altro passo avanti sarà possibile?
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Jorinda e Joringhello
Fratelli Grimm