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I BUOI DI GERIONE
...'rubedo', l'opera al rosso...

In questa fatica, la decima, Eracle è alle prese con una prova eccezionale: inseguire il percorso del sole là dove l'umanità lo vedeva scomparire, dove si credeva che andasse a morire per poi rinascere il giorno dopo. Eracle, superando il limite occidentale del mondo allora conosciuto non entra nella notte ma la supera, identificandosi con il sole stesso! HELIOS GLI OFFRE LA COPPA D'ORO CHE è IL SUO CARRO.

Ecco il racconto mitologico:

Gerione, figlio di Crisaore e dunque discendente di Medusa, era uno spaventoso gigante il cui corpo, dalla cintola in su, si ramificava in tre corpi distinti, con sei braccia, e tre teste. Abitava nell'isola Eritrea e possedeva tra le tante ricchezze un grosso armento di magnifici buoi rossi che erano custoditi da Euritione, un gigante anche lui, e da un cane a due teste che si chiamava Ortos. Euristeo ordinò a Ercole di portargli i buoi. Per quanto l'impresa si presentasse difficoltosa, l'eroe, obbediente, partì: percorse la Tracia, l'Asia Minore, l'Egitto e proseguì lungo le coste dell'Africa settentrionale. Qui si incontrò con Anteo, figlio di Poseidone e di Gea, che aveva una statura gigantesca e una forza prodigiosa; prepotente e crudele, costringeva tutti coloro che passavano per la sua terra a lottare con lui e dopo averli vinti li uccideva. Eracle, sapendo che la sua forza gli veniva meno quando non toccava più la terra coi piedi, lo sollevò in alto e riuscì a strozzarlo.

Eracle, sollevando Anteo da terra, sta sradicando se stesso dal peso della materialità! Si accinge a un'impresa che va oltre l'umano attaccamento (Gea) e il ribollire delle forze inconscie (Poseidone), elementi giganteschi che, appunto, di solito ci vincono.

Ripreso il cammino arrivò nel posto che divide l'Europa dall'Africa, che oggi si chiama stretto di Gibilterra; qui divise la terra, creando un passaggio, e innalzò due colonne, una su ogni continente; da allora lo stretto venne chiamato 'Le colonne di Ercole' (nome latino di Eracle).

La forza che ha acquisito vincendo il gigante gli permette di creare un varco in quel luogo misterioso, fino a quel momento inaccessibile. Rimarrà tale per gli altri umani, non ancora iniziati, che anzi vedranno nelle colonne da lui poste un 'non plus ultra' terrifico. L'eroe invece può passare, anzi, il Sole stesso lo aiuta...infatti...

Il dio Helios gli prestò la navicella d'oro con la quale tresportava il sole e così l'eroe potè arrivare all'isola Eritrea.

Anche l'isola è di colore rosso, come indica il nome; rossi sono anche i buoi, rosso è il cielo quando si infuoca per il tramonto...Eracle è giunto all'estremo punto occidentale. L'isola è ormai vicina ma le prove continuano...

Appena mise piede sull'isola il cane Ortos prese ad abbaiare ed Eracle con due colpi di clava si sbarazzò di lui. Con le sue frecce avvelenate eliminò sia Euritione che Gerione, caricò i buoi rossi sul carro di Helios e iniziò il viaggio di ritorno.

Perchè i bovini compaiono di nuovo in questa fatica quando già c'è stata un'avventura con un toro (quello di Creta)? Qual è l'importanza simbolica di tori e buoi? Anche il bue pur caratterialmente diverso dal toro è analogo simbolicamente al toro lunare e sacrificale, al toro mitriaco che, sgozzato da Mitra, genera con il suo sacrificio il mondo vivente. In molti altri riti pagani il toro e il bue dalle corna lunari veniva sacrificato per favorire la periodica rigenerazione del cosmo, come la luna nera che moriva ogni mese per fecondarlo, per rinascere come falce di luna. Per questo motivo i Caldei celebravano ogni anno la creazione del mondo nel momento in cui il Sole entrava nel segno del Toro.

Ma la fondamentale differenza tra le due fatiche è che, diversamente dallo stadio del toro, diventare bue significa passare dalla categoria del 'combattente' a quella del 'lavoratore'. Introiettare la potenza solore, superare i confini, intuire il mistero del tramonto, che non è una fine ma una rinascita, comporta che non ho più bisogno di mettere alla prova la mia forza, ma devo umilmente usarla, arando la mia terra, cioè occupandomi della mia vita qui, del mio esistere in relazione a tutto ciò che mi sta permettendo di fare questa esperienza terrena.

Questa volta attraversò la Spagna e la Gallia. Qui fu assalito dagli abitanti del posto e invocò l'aiuto di Zeus per liberarsi di loro; Zeus scaraventò sul popolo una pioggia di sassi: questa è la ragione per cui oggi, Crau, in Provenza è cosparsa di sassi. Attraversò le Alpi e scese giù in Italia, arrivò a Pallantea, nel Lazio, dove fu accolto dal re Evandro. Ercole rimase lì per una notte rifugiando i buoi in una caverna; in questo luogo c'era un gigante di nome Caco, che viveva di rapine e terrorizzava la gente. Il gigante, mentre Ercole dormiva, rubò i buoi e per non far capire dalle loro tracce la direzione del suo cammino, trascinò i buoi a ritroso in modo che le orme, invece di partire dalla grotta, facevano credere che vi si dirigessero.

Il viaggio è stato lunghissimo; Eracle si concede una tregua, forse pensa di aver usato tutta la prudenza possibile mettendo la mandria al sicuro in una grotta, simbolo della propria interiorità. Invece la mente furba è sempre in agguato: Caco, cioè 'cattivo', usa uno stratagemma e ruba i buoi; anche il fatto di farli camminare all'indietro è simbolico: c'è sempre il pericolo di perdere le conquiste acquisite e retrocedere nel cammino della propria evoluzione !

Al risveglio Eracle capì l'inganno, raggiunse Caco, lo uccise e finalmente potè raggiungere l'Argolide dove presentò i buoi rossi al re Euristeo.

Interessante: Eracle dormiva...ma si risveglia! E può rimediare al danno.

C'è da notare un fatto singolare: in questa fatica l'eroe percorre via terra l'intero perimetro del Mediterraneo. A metà del suo viaggio spezza la terra, si fa largo proprio nel punto più misterioso di quella sorta di circonferenza del mondo allora conosciuto che sta percorrendo. Ci rendiamo sempre più conto dell'importanza di questo viaggio: andare per poi tornare, così come fa il sole; prendere contatto con tutta la terra conoscibile; percorrere il cerchio della vita, sapendo che non è chiuso, ma ha un'apertura; mettere al lavoro i meravigliosi buoi rossi che sono le nostre potenzialità una volta che ci svegliamo.

Poniamoci anche un'altra domanda: perchè Eracle ha voluto mettere due colonne lì dove ormai il passaggio era aperto?

Non è uno stretto come gli altri ma rappresenta L'ENTRATA IN UN TEMPIO, la PORTA INIZIATICA verso l'inconoscibile. Notiamo che non c'è un arco che sovrasta le due colonne! Non può esserci: il limite può essere solo orizzontale, non verticale.. .IL CIELO STESSO E' ARCO sulle due colonne del nostro essere (yin e yang, Ida e Pingala, 2 colonne del tempio massonico, destra e sinistra dell'albero sefirotico).

La volta celeste è verticale, misteriosamente infinita e non può essere rappresentata.

MEDITAZIONE CON I COLORI
Stendo il rosso molto diluito sul foglio, che sembri rosa, rafforzando il colore al centro, come a rappresentare l'isola rossa, o il sole che tramonta; aggiungo giallo oro per sfumare il colore ma anche per 'sentire' il carro d'oro offerto dal dio Helios.
Con un po' di tempera bianca delineo ai lati la forma delle colonne.

Patrizia Favorini

I buoi di Gerione I buoi di Gerione I buoi di Gerione
I buoi di Gerione I buoi di Gerione I buoi di Gerione